SPINA . Création . Théâtre & Arts Visuels .

Laboratori aperti




ARTE PER NULLA - Un laboratorio sull'arte vivente di essere bambino
( dedicato a Federico Moroni )
Condotto da Francesco Bocchini e Silvano Voltolina.
Ideazione e regia Silvano Voltolina
Spazio e oggetti Francesco Bocchini
Produzione SPINA. Création. Théâtre et Arts visuels
Santarcangelo Festival
Teatro Metastasio - Prato
Arte per Nulla .
Creazione in situ con
12 bambini del paese di Santarcangelo per Santarcangelo Festival - Luglio 2012
9 classi elementari e tante famiglie - Teatro Stabile Metastasio - Prato - Dicembre 2013
Federico Moroni, pittore e maestro elementare, ha insegnato dal dopoguerra fino al 1968 in un borgo rurale di Romagna.
Nella piccola scuola, gli alunni avevano tutto il tempo per dipingere, disegnare e osservare la vita della natura e delle cose. I suoi pensieri sull'infanzia sono raccolti sotto il titolo Arte per Nulla assieme ad una scelta delle meraviglie create dai suoi allievi.
Da questo libro unico partiamo per un laboratorio dove si invitano i bambini a cimentarsi con la linea e il colore, inventare giochi e sperimentare un’idea di teatro guidata dal loro sentimento del tempo, assorto o agitato che sia.
Così nascerà uno spettacolo segreto, dove una classe senza maestro è all'opera e la sua arte appare dal vivo e per gioco.
Costituisce una sorta di ribaltamento del “punto di vista” questa drammaturgia-laboratorio (...)
dedicata al maestro e pedagogo romagnolo Federico Moroni. Qui non sono i bambini ad osservare il mondo attraverso l'occhio ipnotico e passivizzante della televisione, ma si mostrano mentre disegnano il loro mondo di linee e colori, mondo paradossalmente proiettato, attraverso la liberazione dell'ingenuità che è caratteristica dell'arte, verso la conquista della consapevolezza di sé e del mondo. (M.D. Pesce -Dramma.it)
obiettivo: il ritrovamento di una forma continuamente conformata sulla giovane compagnia. Una creazione che ha ancora a che fare con la memoria: non esercizio mnemonico fine a se stesso, ma memoria da osservare, mettere assieme, lasciar sedimentare e quindi rimettere in movimento attraverso il disegno. La lettura del testo di Moroni coincide con l’applicazione di questa memoria, passa per oggetti e parole da ritrovare ed eventualmente da abbandonare poi. All’interno di una classe autogestita tacite regole intessono una forma teatrale che chiama un pubblico: ognuno ha il tempo di scrivere e disegnare animali, alberi, frutti, fiori e anche persone, lavorando per sottrazione, a con l’intento di far restare qualche disegno oltre le cancellature, tanto colore contro il nero istintivo oblio. Disegni e colori che assieme alle poche parole sapranno rimanere allo spettatore. (Ines Baraldi - altrevelocità.it)
MIO (ovvero il mondo appartiene all'ultimo che è nato
Ideazione e regia
Silvano Voltolina
Ideazione e realizzazione del costume dell'orso
Ericailcane
Guardaboschi
Dany Greggio
Con
un gruppo di bambini del luogo dagli 8 ai 10 anni di età
e, nella pelle dell'orso, DEM (in alternanza con HITNES)
Produzione Santarcangelo.40 - Festival Internazionale del Teatro in Piazza - 2010
MIO. Produzione in situ
Paese di Santarcangelo di Romagna Festival Santarcangelo dei Teatri Lug 2010
Museo delle scienze Leonardo da Vinci Festival Uovo Kids - Milano Feb 2012
Quartiere della Courrouze Evento AAA - Rennes (Fr) Sett 2012
Quartiere Barriera di Milano Turismo in Barriera - Torino Apr 2013
"Quando la direzione artistica del festival mi ha chiesto di presentare un progetto per Santarcangelo 40, aveva sottinteso una relazione diretta con gli spazi urbani.
A me è venuto subito in mente un lavoro incentrato sul concetto di proprietà che stavo immaginando assieme a Ericailcane. Così è partito Mio.
Due le idee iniziali: l'orso disegnatore a cura del writer e un telo rosso come luogo della rappresentazione". Silvano Voltolina precisa in questo modo la natura del laboratorio condotto a Santarcangelo nelle due settimane prima del festival. I protagonisti delle performance diffuse per il paese sono nove attori fra gli 8 e i 10 anni, "che da professionisti maturi si sono assunti ogni responsabilità - racconta Silvano Voltolina - per esempio nell'ottenere le concessioni per i murales, semplicemente chiedendo il permesso porta a porta".
"In Mio ho lavorato su ciò che tutti possediamo sin dalla nascita: il nome". Per farlo Voltolina ha chiesto ai bambini di Santarcangelo di esplorare i verbi "avere" e "essere", e restituire in cambio una "cartografia emotiva e infantile", disegnata, colorata sui muri e messa in scena attraverso alcuni esercizi teatrali appresi nel laboratorio. "Abbiamo strisciato sui muri del paese, giocato con le ombre, osservato gli anziani che giocano a carte, evocato spettri, dialogato con figure di un passato che non esiste più ma che serve per capire il presente. E non solo ai bambini".
Necessario a questo proposito il riferimento a Federico Moroni, pittore santarcangiolese che portò la vita dai campi in classe - animali compresi - chiedendo ai piccoli di disegnarla per capirla. Metodo appreso e riproposto in Mio prima nel laboratorio e poi nell'intervento di arte urbana.
Così agli spettatori del Festival è capitato di imbattersi in un coro di piccoli interpreti vestiti di rosso che spiegavano ai grandi come si sta al mondo. Seduti su un muretto di pietra o sdraiati per le vie del paese, senza alcun timore di un giudizio, i bambini hanno dichiarato i loro intenti ed intonato una loro descrizione sotto forma di autoritratto a parole. Non indisciplinati, semmai furbi, quasi strafottenti, ottengono tutto ciò che vogliono, e se proprio non riescono, se lo immaginano. E forse dovremmo imparare a farlo anche noi.
Altrevelocità - recensione di Martina Melandri








